Primo viaggio a L'Aquila
venerdì 3 luglio 2009
Stiamo procedendo con molta gratitudine nel cuore perché Amma ha benedetto questo progetto.
Dagli Stati Uniti, infatti, Amma ha telefonato a Br Shubamrita, proprio immediatamente dopo che questi aveva ricevuto un e-mail da Alin che gli presentava il nostro progetto. Amma è stata subito informata e lo ha approvato
Ci ha chiesto di valutare il costo complessivo dell’iniziativa, di andare sul posto
per verificare le condizioni dei campi e di assicurarci che le lavatrici non andassero abbandonate dopo pochi mesi di utilizzo!
Non ci è sembrato vero di ricevere l’approvazione di Amma perché ci eravamo già attivati per ottenere il miglior preventivo possibile interpellando le numerose ditte di elettrodomestici presenti nelle Marche e in Umbria e allargando la ricerca in tutta Italia tramite la mailing list dei volontari.
Inoltre, domenica 28 giugno ci siamo recati a L’Aquila. Eravamo in 5, coadiuvati da Nila e il suo buon fiuto.
Arrivati sul posto non abbiamo trovato i collaboratori del responsabile del COMI, come speravamo per poter ricevere tutte le informazioni necessarie: quali campi avessero necessità delle lavatrici, e in che numero, l’assicurazione che non sarebbero state abbandonate dopo lo smontaggio delle tendopoli, ecc...
Tuttavia abbiamo potuto parlare con il vice questore del COM1 che ci ha spiegato accuratamente come si è mossa la macchina della Protezione Civile subito dopo il sisma e ci ha presentato l’ampiezza dell'opera realizzata: 120 campi sparsi su un territorio vasto e non sempre facilmente accessibile. Ci ha spiegato che i bisogni sono cambiati e che, passata l'emergenza, ora servono apparecchiature che possano agevolare la vita nelle tende, dove può fare molto freddo o molto caldo nel giro di poche ore.
Inoltre, ci ha consigliato di telefonare al Vice Sindaco del Comune di L’Aquila il quale è stato molto cortese e ci ha messo in contatto con l’incaricato del Comune per le relazioni con i campi e i responsabili della Protezione Civile, una sorta di uomo chiave.
Siamo partiti dalla sede del COM1 con una serie di quesiti risolti, ma non tutti.
La mano invisibile di Amma ha pensato al resto. Casualmente, siamo arrivati nel campo di Coppito,
un campo molto ben organizzato, dove ci siamo presentati al responsabile. Dopo avergli spiegato le ragioni che ci avevano portato a L'Aquila, egli ci ha dato tutte le indicazioni necessarie per procedere.
Inoltre, abbiamo potuto verificare direttamente come funziona un campo dove abbiamo trovato anche dei pannelli solari, un angolo dedicato alla lavanderia e un refettorio ben fornito. Tutto questo aiuta sicuramente le persone ad avere qualche comodità, anche se non paragonabile alla vita nella propria casa
Siamo entrati in una tenda priva di secondo telo di protezione contro i raggi del sole e dove la temperatura era molto alta, malgrado il condizionatore d'aria. Il responsabile chi ha spiegato che nelle tende che avevano un secondo telo la temperatura era inferiore anche di 4 o 5 gradi.
Siamo ripartiti con la voglia nel cuore di portare il nostro sostegno appena possibile e attraversando una città semi deserta.
Dagli Stati Uniti, infatti, Amma ha telefonato a Br Shubamrita, proprio immediatamente dopo che questi aveva ricevuto un e-mail da Alin che gli presentava il nostro progetto. Amma è stata subito informata e lo ha approvato
Ci ha chiesto di valutare il costo complessivo dell’iniziativa, di andare sul posto
per verificare le condizioni dei campi e di assicurarci che le lavatrici non andassero abbandonate dopo pochi mesi di utilizzo!
Non ci è sembrato vero di ricevere l’approvazione di Amma perché ci eravamo già attivati per ottenere il miglior preventivo possibile interpellando le numerose ditte di elettrodomestici presenti nelle Marche e in Umbria e allargando la ricerca in tutta Italia tramite la mailing list dei volontari.
Inoltre, domenica 28 giugno ci siamo recati a L’Aquila. Eravamo in 5, coadiuvati da Nila e il suo buon fiuto.
Arrivati sul posto non abbiamo trovato i collaboratori del responsabile del COMI, come speravamo per poter ricevere tutte le informazioni necessarie: quali campi avessero necessità delle lavatrici, e in che numero, l’assicurazione che non sarebbero state abbandonate dopo lo smontaggio delle tendopoli, ecc...
Tuttavia abbiamo potuto parlare con il vice questore del COM1 che ci ha spiegato accuratamente come si è mossa la macchina della Protezione Civile subito dopo il sisma e ci ha presentato l’ampiezza dell'opera realizzata: 120 campi sparsi su un territorio vasto e non sempre facilmente accessibile. Ci ha spiegato che i bisogni sono cambiati e che, passata l'emergenza, ora servono apparecchiature che possano agevolare la vita nelle tende, dove può fare molto freddo o molto caldo nel giro di poche ore.
Inoltre, ci ha consigliato di telefonare al Vice Sindaco del Comune di L’Aquila il quale è stato molto cortese e ci ha messo in contatto con l’incaricato del Comune per le relazioni con i campi e i responsabili della Protezione Civile, una sorta di uomo chiave.
Siamo partiti dalla sede del COM1 con una serie di quesiti risolti, ma non tutti.
La mano invisibile di Amma ha pensato al resto. Casualmente, siamo arrivati nel campo di Coppito,
un campo molto ben organizzato, dove ci siamo presentati al responsabile. Dopo avergli spiegato le ragioni che ci avevano portato a L'Aquila, egli ci ha dato tutte le indicazioni necessarie per procedere.
Inoltre, abbiamo potuto verificare direttamente come funziona un campo dove abbiamo trovato anche dei pannelli solari, un angolo dedicato alla lavanderia e un refettorio ben fornito. Tutto questo aiuta sicuramente le persone ad avere qualche comodità, anche se non paragonabile alla vita nella propria casa
Siamo entrati in una tenda priva di secondo telo di protezione contro i raggi del sole e dove la temperatura era molto alta, malgrado il condizionatore d'aria. Il responsabile chi ha spiegato che nelle tende che avevano un secondo telo la temperatura era inferiore anche di 4 o 5 gradi.
Siamo ripartiti con la voglia nel cuore di portare il nostro sostegno appena possibile e attraversando una città semi deserta.
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