Sopralluogo a L'Aquila a fine agosto

sabato 5 settembre 2009

Qualche giorno fa abbiamo compiuto il nostro terzo viaggio a L'Aquila.
Ci erano pervenute delle segnalazioni circa alcune lavatrici che non funzionavano e, con la scusa di portare delle cinghie di ricambio, siamo andati a fare un sopralluogo.
Quando siamo arrivati, alle 9:30 circa, faceva ancora molto fresco e si percepiva che qualcosa era cambiato, che l'atmosfera era diversa.
Abbiamo avvertito molta più incertezza tra le persone perché i tempi stringono e le tendopoli devono essere chiuse al massimo entro la fine del mese.
Per alcuni, le case costruite appositamente dopo il terremoto sono pronte, ma per molti altri la strada è incerta, perché si prospettano varie possibilità. Al momento essi ancora ignorano se dovranno andare in un albergo, nella caserma dei carabinieri, arrangiata per l'occasione, e dove potrebbero essere trasferite alcune delle nostre lavatrici, o in appartamenti vuoti che saranno requisiti per essere dati loro in affitto.


Quello che non è cambiata però è la testimonianza di grande forza e dignità delle persone del luogo.
Mentre aspettavamo che Stefano, Luca e Giuseppe finissero di riparare una lavatrice nel campo “Verde Acqua”,
abbiamo conversato con il nonno di Greta, una bimba di 7 mesi che proprio allora stava ricevendo il battesimo nella chiesa vicina. Tutta la famiglia vive in una tendopoli poco distante, anche se la loro casa ha subito solo danni lievi. Ci dicono che vorrebbero ripararla da soli ma che non hanno ancora ricevuto l'autorizzazione. Quando potranno farlo, metteranno a disposizione di altre famiglie la parte della casa che non utilizzeranno.

Abbiamo rivisto Remo (nome di fantasia), conosciuto durante il nostro precedente soggiorno e che ci ha salutato con affetto. Egli ci ha raccontato una storia che gli ha cambiato la vita. Pochi giorni prima, aveva dato un passaggio in macchina a un giovane frate, accompagnandolo fino a destinazione.
Una volta sul posto, per ringraziarlo, il giovane gli aveva offerto l'unico oggetto in suo possesso, un rosario.
Il nostro amico stupito gli aveva detto che sarebbe stato meglio darlo a qualcun altro perché lui il rosario non lo recita mai, anzi, a volte dice anche le parolacce. Il frate gli aveva risposto che gli poteva regalare soltanto ciò che possedeva e null'altro. Per alcuni giorni, Remo aveva continuato a guardare il rosario chiedendosi perché, proprio a lui, fosse stato regalato un tale oggetto.
A questo punto, Remo ha continuato il suo racconto con le lacrime agli occhi e la voce tremante. Ci ha spiegato che lo aveva profondamente colpito che questo giovane, con la vita davanti e tutte le strade aperte, avesse scelto una strada di rinuncia e fosse stato in grado di regalare l'unico oggetto che possedeva, mentre lui, un professionista affermato, abituato a rincorrere gli obiettivi richiesti dal suo datore di lavoro, esperto di marketing, era lì, rifugiato in un campo, incapace di dare un senso alla sua vita e agli eventi che questa porta con sé.
Ci ha giurato che non darà via questo rosario neanche per un miliardo di euro!
Remo ci ha abbracciato e noi ci siamo allontanati con gli occhi bagnati di lacrime, convinti che sia stato toccato dalla Grazia.

Nel Campo “Piazza D'Armi”, abbiamo potuto verificare come sono state installate le lavatrici. Anche qui, alcune sono in riparazione, cosa normale, dato l'uso che se ne fa. In effetti, vengono utilizzate senza sosta dalla mattina alla sera e i presenti ci hanno confermato che il nostro dono è stato molto apprezzato perché ha contribuito a sciogliere le tensioni che si erano create tra le persone del campo a causa della difficoltà di trovare lavatrici disponibili.





Nel Campo di Collemaggio, gestito dalla Croce Rossa, abbiamo la piacevole sorpresa di trovare un orto coltivato da persone che abitano nella tendopoli, coadiuvati dai bambini che hanno scritto e colorato molti cartelli con i nomi degli ortaggi.
Silvio, il responsabile di GreenFriends, ha esplorato subito ogni angolo del giardino.






Mentre eravamo ancora in città, abbiamo contattato la vice Preside della direzione didattica "ALCIDE DE GASPERI". Avevamo ricevuto un e-mail da un ragazzo di Torino che ci segnalava lo stato di alcune scuole dell'Aquila e abbiamo voluto verificare direttamente. La Vice Preside e il figlio, sono stati molto cortesi e ci hanno fatto vedere alcuni edifici e spiegato che i lavori di rifacimento, ancora in corso, dovranno essere completati entro il 10 settembre perché le scuole riapriranno il 20. All'interno delle aule, tutte le suppellettili erano stati riparate da teloni subito dopo il terremoto, ma ora, tutto è ricoperto di calcinacci e sicuramente molto materiale, già vecchio, è stata distrutto. Guardiamo le impalcature, gli intonaci ancora incompleti e ci chiediamo se sarà davvero possibile rispettare i tempi prestabiliti.
Ci hanno fatto visitare anche il centro della città vecchia dove è possibile incontrare turisti, fotografi venuti da ogni dove.
Ci concediamo promettendoci di risentirci dopo il 10 settembre.

Prima di lasciare l'Aquila, sulla strada del ritorno, ci siamo fermati nel campo di Sassa Pagliare e finalmente incontriamo Antonio, uno dei responsabili che abbiamo sentito spesso al telefono. In questo campo avevamo lasciato 2 lavatrici che troviamo installate in un container nel quale ci sono anche lavandini e docce.
Antonio ci assicura che si informerà se questi container della Protezione Civile saranno trasferiti presso la caserma dove andranno ad abitare molte persone, e dove dovranno essere installati numerosi servizi che mancano nella struttura, compresa una lavanderia comune. In questo caso, lasceremo le nostre lavatrici nei container affinché continuino a servire il più gran numero possibile di persone.
In caso contrario e nel dubbio che il container e il suo contenuto siano messi in un deposito e non più utilizzati, decideremo con Antonio la cosa migliore da fare.

Tornando a casa, ci accorgiamo che la giornata è volata lasciandoci la sensazione di esser rimasti sul posto una settimana.


 

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