CORSO DI MEDITAZIONE IAM NELLE CARCERI
giovedì 3 maggio 2012
Il giorno 5 Aprile sono stati tenuti per i detenuti due corsi di IAM - Integrated Amrita Meditation Technique® - presso la casa circondariale di Udine.
Chiara Piussi e Tiziano Pilosio gli organizzatori del corso, appartenenti al gruppo di volontari di Amma Italia di Tarvisio (Udine), hanno preso i contatti con la sezione educativa del carcere e hanno proposto il corso per i detenuti. Gli educatori si sono mostrati interessati al progetto e così sono stati programmati due corsi diversi, da tenersi in un’unica giornata.
Il corso è stato presentato come attività facoltativa e i detenuti si sono iscritti volontariamente.
Entrambi i corsi si sono svolti nelle aule del carcere, che hanno offerto un ambiente sufficientemente rilassante e silenzioso per poter imparare la tecnica.
I corsi hanno interessato e incuriosito molto i partecipanti. La filosofia legata allo yoga, che sta alla base dell’insegnamento, ha sollecitato riflessioni profonde sulle modalità di risposta agli eventi della vita, sui diversi tipi di comportamento e reazione alle situazioni e ha anche aperto una rilettura delle condizioni e dei fatti passati. Le spiegazioni teoriche che accompagnano l’insegnamento della tecnica hanno offerto ai partecipanti una nuova prospettiva per interpretare la loro condotta. Il corso è stato così anche un momento di dialogo profondo con i detenuti.
Alcuni di loro avevano già sentito parlare di Amma in tv e sono rimasti molto colpiti dalla grande organizzazione umanitaria che ha saputo ispirare.
Altri possedevano già nozioni relative alle filosofie legate allo yoga e durante il corso hanno potuto approfondire quello che già conoscevano e chiedere spiegazioni su cose che avevano letto.
Altri ancora non sapevano nulla di yoga e, nonostante si fossero iscritti volontariamente, dubitavano degli effetti rilassanti e positivi della tecnica. Ma alla fine del corso, stupiti, hanno espresso di aver sentito pace e distensione.
Un commento molto interessante è stato: “Questo insegnamento dovrebbe iniziare fin da una giovane età. Se avessi imparato da ragazzino questa tecnica non sarei finito qui”.
Un altro detenuto ha affermato: “Per venti anni ho avuto una dipendenza da droga, oggi scopro il piacere e il rilassamento della meditazione. Credo che, da ora in poi, diventerò dipendente dalla meditazione”.
Tiziano racconta: “Appena siamo entrati non mi sentivo molto a mio agio poiché ci siamo recati nell’aula predisposta per il corso attraversando un lungo corridoio con una serie di porte blindate: l’ambiente mi appariva ostile. Tuttavia, non appena il corso è iniziato, è stato sorprendente sentire come il mio disagio gradualmente svaniva, lasciando spazio a sensazioni più piacevoli e ho potuto addirittura percepire un’atmosfera di pace e serenità.
È stato toccante assistere alle molte domande che i detenuti hanno rivolto all’istruttrice per capire i benefici della meditazione. L’insegnamento della tecnica ha stimolato nei partecipanti la voglia di trovare nuovi criteri per la ricerca del benessere e della felicità.
Sono stato colpito dal fatto che due detenuti, che hanno partecipato al corso mattutino, si sono ripresentati anche per il corso del pomeriggio, entusiasti e desiderosi di ripetere subito la tecnica. È incredibile come l’insegnamento e l’esempio di Amma e di ETW (Embracing the World, l'organizzazione umanitaria internazionale di Amma) riescano a toccare il cuore di tutti”.
Marina, l’insegnante della tecnica, è rimasta molto colpita dall’interesse dei detenuti per la meditazione e dal dialogo profondo che si è instaurato durante il corso. Dice infatti: “Gli insegnamenti contenuti nella tecnica hanno aperto riflessioni sincere e sentite sulle motivazioni che ci spingono ad agire durante la vita. Senza esitazioni abbiamo parlato del perché a volte l’uomo commette azioni dannose per se stesso e per gli altri e abbiamo toccato argomenti importanti come il bisogno di mettersi in mostra, di apparire, di avere molti soldi, di vendicarsi, ecc. Gli argomenti trattati hanno portato spontaneamente i partecipanti ad affermare che né i soldi, né le macchine, né altro può dare all’uomo vera pace e felicità. Eravamo tutti d’accordo nel dire che la vera felicità dobbiamo trovarla all’interno di noi. Questa idea comune ha creato armonia durante il corso ed è stata la base da cui partire per imparare e per praticare la tecnica”.
Al termine dei corsi alcuni detenuti hanno espresso il desiderio di approfondire gli insegnamenti ricevuti. I volontari di ETW hanno pensato quindi di donare alla biblioteca del carcere alcuni libri sull’argomento e si stanno già organizzando per offrire corsi di ripasso della tecnica.